lunedì, maggio 08, 2017

Il cinquantesimo congresso UAI!

Anche quest'anno si è svolto il congresso dell'Unione Astrofili Italiani che, approfittando della concomitanza con il trentesimo anniversario dalla fondazione dell'osservatorio di Campo Catino, si è svolto a Frosinone. Organizzato dall'Associazione Astronomica Frusinate e dall'Associazione Tuscolana di Astronomia, si è svolto dal 5 al 7 maggio, nell'auditorium San Paolo.

Prima di dire ogni altra cosa, quanto è bello vedere una propria foto e il proprio nome sul manifesto di un congresso nazionale di astrofili? 

 Partiamo dall'inizio, con le attività del 5 maggio. Recatomi lì di buon mattino per aiutare con gli ultimi preparativi ho approntato la postazione per l'osservazione del sole, con un cielo che però non prometteva nulla di buono. Avete presente quel tempo in cui ci sono nuvole di passaggio ma non ti senti di definirlo né bello né brutto? Ecco, proprio quello. 

La mattinata era dedicata interamente alle scuole, con due conferenze: la prima sulla ricerca degli esopianeti, per le scuole medie, la seconda sulle onde gravitazionali, per le superiori. Nel frattempo, in cortile, intrattenevo gli studenti con un po' di osservazioni solari, sia in luce bianca con il mio telescopio 114/1000 con astrosolar, sia con un Coronado PST con filtro in idrogeno alpha. Purtroppo le condizioni meteo non erano delle migliori, quindi è capitato spesso che qualcuno guardasse all'oculare e se ne andasse con un'espressione di disappunto avendo visto tutto nero, prendendomi magari anche per scemo, dato che gli indicavo con tanta pazienza i punti in cui si potevano vedere le (poche) macchie solari e le (poche) protuberanze. 






Nel tardo pomeriggio, verso le 18.30, c'è stata un'altra conferenza sulle onde gravitazionali, tenuta dal professor Eugenio Coccia. 


Purtroppo non ho potuto seguirla per intero, ma qualcuno doveva pur aprire l'osservatorio, no? Infatti Franco Mallia ed io siamo partiti alla volta dell'osservatorio, dove ci aspettava Ugo Tagliaferri per preparare lo star party che si sarebbe svolto al calar del sole. Con un pullman il gruppo di congressisti si è recato all'osservatorio (dopo una generosissima cena), dove si sono divertiti insieme al sottoscritto ad osservare prima Giove e la Luna nel rifrattore da 25cm, per poi girare in lungo e in largo per la volta celeste, nei limiti posti dalla luna crescente, con il riflettore da 80cm.


Il giorno dopo è iniziato il congresso vero e proprio, con membri dell'associazione provenienti da tutta l'Italia. La mattinata si è aperta con una così definita "tavola rotonda" (anche se il tavolo era rettangolare, ma non mi sembra il caso di essere pignoli) con i presidenti emeriti Luigi Baldinelli, Giancarlo Favero, Emilio Sassone Corsi, l'attuale presidente Mario Di Sora e Franco Foresta Martin, giornalista scientifico e astrofilo. Molto interessante soprattutto sentire la storia di com'è nata l'Unione, raccontata da Baldinelli, fondatore e primo presidente. 


A Baldinelli è stato consegnato il premio Lacchini, un'onorificenza consegnata a coloro che si distinguono nella divulgazione scientifica dell'astronomia.


E' quindi iniziata la prima carrellata di interessanti interventi:
 
- Controlli sull'IL nel territorio, in collaborazione con la
polizia locale e le sezioni ARPA, in cui si sono presentati i progressi nella lotta all'inquinamento luminoso nei dintorni di Frosinone. 


- L'Italia sulla Luna. Pensavo di essere la persona più giovane a partecipare al congresso, invece Mattia Barbarossa mi ha decisamente battuto. Mi sembra il caso di dedicare più di qualche riga su questo argomento, perché senza troppi complimenti ci troviamo davanti a qualcosa di storico per l'astronautica italiana. Questo giovane quanto simpatico ragazzo del napoletano, insieme ad Altea Nemolato e Dario Pisanti, ha vinto un concorso indetto dal team India del Google X prize, in cui si chiedeva di progettare un esperimento scientifico da portare sulla Luna con la loro sonda. Ci sono state più di tremila partecipazioni, ma con un originale esperimento che testerà l'uso di cianobatteri come scudo per le radiazioni durante le missioni spaziali, il team italiano ha vinto. Ridendo e scherzando, loro tre saranno gli artefici del primo esperimento italiano a raggiungere la superficie lunare. Che dire, grandissimi! 




- Il progetto "The outer space photo awards", di Marco Panella
- L’astronomia, la scienza più “social”, anche con il contributo degli astrofili. Prospettive e ruolo della UAI, di Paolo Volpini
- Attività della Commissione Didattica UAI, di Titti Guerrieri

Su queste ultime tre conferenze non ho molto da dire purtroppo, perché non ero presente.

Alle 18 dello stesso giorno c'è stata la consegna dei premi Lacchini, Falorni, Ruggeri, Astroiniziative e Stella al merito UAI.





Poco dopo, a seguito della consegna del premio Lacchini al professor Cesare Barbieri, professore emerito all'università di Padova, è iniziata la sua conferenza sullo strumento OSIRIS della sonda Rosetta. In questa interessantissima conferenza ha parlato dei principali risultati scientifici ottenuti da questo strumento, i cui due telescopi sono stati i veri e propri "occhi" della storica missione, accompagnato da immagini mozzafiato del nucleo della cometa 67/p Churyumov Gerasimenko.

Finita la conferenza, tutti a cena, con tanto di torta a tema.


La mattina dopo, ultimo giorno di congresso, sono stati presentati gli ultimi lavori di tutte le sezioni di ricerca dell'Unione: Pianeti, Luna, Stelle variabili, Esopianeti, Comete, Asteroidi e la neonata Archeoastronomia e storia dell'astronomia. E' incredibile come gli astrofili siano riescano ad ottenere risultati scientifici di rilievo con strumentazione non professionale, una cosa del genere non avviene con nessun'altra branca della scienza!

Il congresso si è concluso in grande stile con un notevole buffet, tra saluti, strette di mano e tante risate. Mai partecipato ad un congresso UAI prima d'ora, vedere così tante persone accomunate dalla stessa passione è un'esperienza stupenda che, a questo punto, ripeterò l'anno prossimo!



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